One person
Rosa, Rosa, Rosae, Rosae
SB34 The Pool, Bruxelles
10.01-15.02.2019
A cura di Pauline Hatzigeorgiou
Rosa, Rosa, Rosae, Rosae è una mostra colletiva concepita dalla curatrice Pauline Hatzigeorgiou nello spazio alternativo SB34 di Bruxelles, che ha fondato con il suo compagno, l’artista Rokko Miyoshi. La tematica di questa mostra era quella della « trasmissione » considerata sotto vari aspetti, dall’educazione, alla traduzione. In questo contesto, la proposta consisteva in alcuni lavori realizzati su dei volantini politici, distribuiti nei quartieri di Bruxelles nel 2019, in occasione delle elezioni locali ed europee. Una lastra semi trasparente dipinta è posta sui volantini, lasciando visibile il contenuto originale. In seguito sopra alla lastra vengono impresse delle poesie brevi. La sovrapposizione dei due contenuti crea un incontro un po’ ironico, tra un testo di base pieno di bei progetti per il futuro, spesso anche utopici, o a volte populisti, e un’aggiunta piu vaga, poetica, filosofica, sovrastampata. Nello stesso tempo, i colori inquesti lavori hanno anche una dimensione provocatoria essendo spesso legati a dei partiti politici.
Luna di Mezzogiorno, Sole di Mezzanotte
Fondazione Aurelio Petroni, San Cipriano Picentino
19.08-20.08.2018
A cura di Chiara Caterina, Caroline Houben
La Fondazione Aurelio Petroni ha sede in un antico palazzo del paese di San Cipriano Picentino, sopra Salerno, vicino a Pompei e a Napoli. Alla fine di una residenza di una decina di giorni è stata inaugurata una mostra fatta di disegni murali, posizionati in diversi angoli delle sale del piano terra (la sala di rappresentanza e le scuderie, ad esempio). Era una mostra di testi/affreschi che invocano in parte l’anima del luogo ma anche l’anima della regione, dove i testi murali hanno sempre avuto una certa importanza. Da Pompei a Napoli, nella regione esiste una ricca tradizione di testimonianze murali romane, pagane, cristiane. Tuttavia, I testi in questione evocano piuttosto l’Italia attuale, o delle meditazioni piu universali.
Au(s) Mont(s) Sans(s) Souci(s)
Galleria LMNO, Bruxelles
08.09-28.10.2017
A cura di Christophe Veys & Natacha Mottart
Il titolo della mostra Au(s) Mont(s) Sans(s) Souci(s) (che potrebbe essere tradotto in italiano come Al Monte Senza Preoccupazioni, però con tutte le parole al plurale, in una maniera grammaticalmente sbagliata ma poeticamente volontaria) è ispirato al nome di una via di Bruxelles, e di un brano eponimo del cantautore francese Jean-Louis Murat. La lettera « s », che si usa in francese alla fine di una parola per indicare la forma plurale, accentua qui la sonorità della frase, come nel celebre motto «Qui sont ces serpents qui sifflent sur nos têtes» (Chi sono questi serpenti che fischiano sopra le nostre teste). L’idea del plurale è anche invocata per esprimere un destino universale, oltre al destino personale. Composizioni murali sono affisse alle pareti dello spazio, a volte a delle altezze inconsuete. Lo spazio della galleria rappresenta metaforicamente un altro spazio: quello urbano, gigantesco, che chiunque al mondo conosce, fatto di grattacieli dominanti, di autostrade immense. Le composizioni mescolano disegni e fotografie, stampate su delle lastre di vetro, plastica o alluminio. Si aggiunge poi una luce azzura che accentua l’evocazione della freddezza dell’urbanismo moderno, e dei sui materiali (cemento, acciaio, vetro). I personaggi sembrano colti nei ruoli di Sisifo, Damocle, Golia…
Red Boll / Mentus
Art Contest Vitrine, Rivoli Building, Bruxelles
19.04-24.06.2017
A cura di Christophe Veys
Red Boll / Mentus scambia ironicamente le lettere di due marche famose (Red Bull e Mentos) evocando la pratica di cambiare il proprio nome, intrapresa da tante grandi banche o imprese, a volte, anzi spesso per recuperare un’apparenza di verginità. La mostra ha luogo nella vetrina di un negozio abbandonato a Bruxelles, una galleria commerciale in fallimento, strategia adottata di frequente negli ultimi tempi da diverse gallerie d’arte contemporanea. In questo spazio stretto, visibile 24 ore su 24, o quasi, è visibile un’installazione di luci colorate, rifiuti e pezzi di vetro stampati. Come una piccola scena teatrale, come un’immagine, come una scultura. Un ricordo del luogo, della sua funzione originaria e di quello che è diventato, oltre che delle speranze economiche sfumate.
De l'assemblée à l'imprimante
ISELP, Institut Supérieur Pour l'Etude du Langage Plastique, 04.11-02.12.2016
A cura di Pauline Hatzigeorgiou & Laurent Courtens
In notevole presenza di opere di Freek Wambacq, Agency/Agence/Agentschap, Catharina Van Eetvelde
In occasione dell’insediamento di una nuova direttrice, l’Institut Supérieur Pour l’Etude du Langage Plastique, centro d’arte di Bruxelles che esiste da 30 anni, ha regalato al pubblico una programmazione mista di mostre e conferenze, che esprime la volontà di fare una sintesi della storia del luogo, e di annunciarne il futuro. Contributo a quest’operazione di riflessione e di comunicazione, la proposta consiste nell’infilarsi nella programmazione esistente, con una mostra dentro la mostra, una serata di performance, e degli interventi tipografici sul materiale di mediazione. La mostra «pirata» si inserisce quindi tra la mostra A (una mostra collettiva chiamata « Table of content », concepita dai curatori del centro d’arte e inaugurata a settembre) e la mostra B (una personale dell’artista Catharina Van Eetvelde, inaugurata a dicembre). Alcune opere della mostra A sono entrate nella mostra pirata, e alcune opere della mostra B sono state presentate in anteprima in questa mostra intermediaria, insieme ad altre opere personali. Si tratta di una mostra personale travestita da mostra collettiva, se non il contrario. L’invito e il libretto per il visitatore sono trattati nello stesso modo, mescolando contenuti e cronologie. Le performance si succedono nel corso della serata, in diversi episodi : testi recitati ad alta voce ed alta velocità, visite guidate del luogo, anche del dietro le quinte e degli spazi nascosti, presentazione di teorie un po’ folli sull’arte, come parodie delle conferenze molto serie che sono organizzate di solito dall’Istituto...
Palio!
Musumeci, Bruxelles
23.06-08.07.2016
A cura di Rosa Anna Musumeci
Musumeci è uno spazio d'arte privato gestito da una coppia di italiani a Bruxelles. Nello spazio da una sola stanza è stata costruita un'installazione chiamata Palio, che fa riferimento alla tradizionale corsa dei cavalli di Siena. L'installazione segue una struttura vagamente circolare attorno allo spazio, con diverse stampe serigrafiche. Una stampa viene ripetuta più volte, in diversi colori: è la fotografia di un graffito, realizzata da qualcuno sul muro di un grattacielo a Milano. Dice "I grattacieli rubano il cielo". Il comunicato stampa è un registro delle cadute dei concorrenti durante le precedenti edizioni del palio. Sopra a ogni copia del comunicato stampa è stato realizzato un disegno intenso, con le parole usate dal pubblico per incitare i fantini durante la corsa.