One person

Au(s) Mont(s) Sans(s) Souci(s)

Galleria LMNO, Bruxelles

08.09-28.10.2017

A cura di Christophe Veys & Natacha Mottart

Il titolo della mostra Au(s) Mont(s) Sans(s) Souci(s) (che potrebbe essere tradotto in italiano come Al Monte Senza Preoccupazioni, però con tutte le parole al plurale, in una maniera grammaticalmente sbagliata ma poeticamente volontaria) è ispirato al nome di una via di Bruxelles, e di un brano eponimo del cantautore francese Jean-Louis Murat. La lettera « s », che si usa in francese alla fine di una parola per indicare la forma plurale, accentua qui la sonorità della frase, come nel celebre motto «Qui sont ces serpents qui sifflent sur nos têtes» (Chi sono questi serpenti che fischiano sopra le nostre teste). L’idea del plurale è anche invocata per esprimere un destino universale, oltre al destino personale. Composizioni murali sono affisse alle pareti dello spazio, a volte a delle altezze inconsuete. Lo spazio della galleria rappresenta metaforicamente un altro spazio: quello urbano, gigantesco, che chiunque al mondo conosce, fatto di grattacieli dominanti, di autostrade immense.  Le composizioni mescolano disegni e fotografie, stampate su delle lastre di vetro, plastica o alluminio. Si aggiunge poi una luce azzura che accentua l’evocazione della freddezza dell’urbanismo moderno, e dei sui materiali (cemento, acciaio, vetro). I personaggi  sembrano colti nei ruoli di Sisifo, Damocle, Golia…

Red Boll / Mentus

Art Contest Vitrine, Rivoli Building, Bruxelles

19.04-24.06.2017

A cura di Christophe Veys

Red Boll / Mentus scambia ironicamente le lettere di due marche famose (Red Bull e Mentos) evocando la pratica di cambiare il proprio nome, intrapresa da tante grandi banche o imprese, a volte, anzi spesso per recuperare un’apparenza di verginità. La mostra ha luogo nella vetrina di un negozio abbandonato a Bruxelles, una galleria commerciale in fallimento, strategia adottata di frequente negli ultimi tempi da diverse gallerie d’arte contemporanea. In questo spazio stretto, visibile 24 ore su 24, o quasi, è visibile un’installazione di luci colorate, rifiuti e pezzi di vetro stampati. Come una piccola scena teatrale, come un’immagine, come una scultura. Un ricordo del luogo, della sua funzione originaria e di quello che è diventato, oltre che delle speranze economiche sfumate.

De l'assemblée à l'imprimante

ISELP, Institut Supérieur Pour l'Etude du Langage Plastique, 04.11-02.12.2016

A cura di Pauline Hatzigeorgiou & Laurent Courtens

In notevole presenza di opere di Freek Wambacq, Agency/Agence/Agentschap, Catharina Van Eetvelde

In occasione dell’insediamento di una nuova direttrice, l’Institut Supérieur Pour l’Etude du Langage Plastique, centro d’arte di Bruxelles che esiste da 30 anni, ha regalato al pubblico una programmazione mista di mostre e conferenze,  che esprime la volontà di fare una sintesi della storia del luogo, e di annunciarne il futuro.  Contributo a quest’operazione di riflessione e di comunicazione, la proposta consiste nell’infilarsi nella programmazione esistente, con una mostra dentro la mostra, una serata di performance, e degli interventi tipografici sul materiale di mediazione. La mostra «pirata» si inserisce quindi tra la mostra A (una mostra collettiva chiamata « Table of content », concepita dai curatori del centro d’arte e inaugurata a settembre) e la mostra B (una personale dell’artista Catharina Van Eetvelde, inaugurata a dicembre). Alcune opere della mostra A sono entrate nella mostra pirata, e alcune opere della mostra B sono state presentate in anteprima in questa mostra intermediaria, insieme ad altre opere personali. Si tratta di una mostra personale travestita da mostra collettiva, se non il contrario. L’invito e il libretto per il visitatore sono trattati nello stesso modo, mescolando contenuti e cronologie. Le performance si succedono nel corso della serata, in diversi episodi : testi recitati ad alta voce ed alta velocità, visite guidate del luogo, anche del dietro le quinte e degli spazi nascosti, presentazione di teorie un po’ folli sull’arte, come parodie delle conferenze molto serie che sono organizzate di solito dall’Istituto...

Palio!

Musumeci, Bruxelles

23.06-08.07.2016

A cura di Rosa Anna Musumeci

Musumeci è uno spazio d'arte privato gestito da una coppia di italiani a Bruxelles. Nello spazio da una sola stanza è stata costruita un'installazione chiamata Palio, che fa riferimento alla tradizionale corsa dei cavalli di Siena. L'installazione segue una struttura vagamente circolare attorno allo spazio, con diverse stampe serigrafiche. Una stampa viene ripetuta più volte, in diversi colori: è la fotografia di un graffito, realizzata da qualcuno sul muro di un grattacielo a Milano. Dice "I grattacieli rubano il cielo". Il comunicato stampa è un registro delle cadute dei concorrenti durante le precedenti edizioni del palio. Sopra a ogni copia del comunicato stampa è stato realizzato un disegno intenso, con le parole usate dal pubblico per incitare i fantini durante la corsa.

L'heure locale

Galerie Flux, Liegi

19.02-12.03.2016

A cura di Lino Polegato

L’heure locale (l’ora locale) è stata una mostra presentata a Liegi, in Belgio, nello spazio del centro d’arte Flux, che mescola spazi espositivi neutrali a spazi domestici. Il titolo si riferisce ai paradossi del tempo e dello spazio, come li sperimentiamo viaggando in aero, passando da una realtà all’altra in qualche ora. Sono presentate composizioni fotografiche in quadri di plexiglas, istallazioni di lastre di vetro stampato e barre metalliche. Alcuni aspetti dell’archittetura del luogo sono sottolineati, mentre in altre occasioni si sviluppa piuttosto una logica di marginalità ; le grandi pareti sono lasciate vuote, mentre delle accumulazioni di immagini vengono trovate in altre zone dello spazio. L’installazione è anche un’eco dell’urbanismo confuso della città di Liegi, antica città industriale.